La fabbrica degli ignoranti by Giovanni Floris

La fabbrica degli ignoranti by Giovanni Floris

autore:Giovanni Floris
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2015-08-20T16:00:00+00:00


Genitori 1 I conti in tasca.

La caccia al bidello.

I bidelli? «Non riesco ad impastarli e ad alitarci sopra.» Giuseppe Gambale, l’ex assessore all’Educazione, Trasparenza e Legalità del comune di Napoli1 cita la Creazione e le Sacre Scritture per rispondere alla nostra domanda. Una domanda semplice, per la quale in teoria non bisognerebbe scomodare i testi sacri. La domanda era: come è riuscito il comune di Napoli con i suoi oltre 13 mila dipendenti a non trovare sei bidelli per tre asili, tra i quali un nido inaugurato e nuovo di zecca, rimasto però chiuso per cinque mesi? Come si è arrivati a dover assumere ex novo del personale quando dipendono dallo Stato 167 mila bidelli (considerate che i carabinieri in Italia sono 118 mila)? Eppure, a Napoli, la ricerca di sei bidelli è durata da settembre a febbraio, fino a che il comune della Iervolino si è arreso e ha emanato un bando urgente per assumerne di nuovi, spendendo 62 mila euro. La vicenda è quella dell’asilo nido di Chiaia, un asilo nuovo nuovo, rimasto chiuso fino a febbraio proprio perché mancavano due bidelli. Una municipalità di Napoli conta in genere decine di migliaia di abitanti: nel quartiere Chiaia risultava aperto solo un micronido con sedici posti, cosi a settembre 2007, dopo mesi di lavoro, viene inaugurato un nido in via Giordano Bruno. Costo, fino a quel momento, 120 mila euro. L’asilo è bello, accogliente, nuovo fiammante, come dimostrano anche le foto che il comune di Napoli pubblica sul suo sito. È intitolato a don Peppino Diana, un prete ucciso dalla camorra a soli trentasei anni. Ci sono lettini, computer, armadietti, ampi spazi. All’inaugurazione sono presenti tutti i politici che ci devono essere: il ministro, il sindaco, gli assessori. È presente anche il padre del religioso ucciso dalla camorra. Applausi, sorrisi, taglio del nastro e grande soddisfazione. A metà settembre è già pronta la lista dei bambini ammessi, una trentina, che dal 1° ottobre potranno andare al nido. L’asilo però rimane chiuso per settimane, anzi mesi: mancano i bidelli, due bidelli, il minimo per poter aprire i cancelli. Mancano perché sono malati: i primi due assegnati all’asilo presentano il certificato medico e quindi vanno sostituiti. Si scopre a questo punto che non mancano i bidelli solo per l’asilo di Chiaia ma anche per altre due scuole dell’infanzia del napoletano. Come si fa a trovare sei bidelli in un comune che ha circa 13 mila dipendenti? Si cercano quelli che sono in organico, per metterli a fare il loro lavoro. L’assessorato inizia una ricognizione e chiede alle altre municipalità se, per caso, «avanzasse loro qualche bidello da mandare alle scuole sprovviste». La risposta è «niente da fare», fanno già fatica a mandare avanti i loro istituti e non si sognano certo di prestare i bidelli agli altri. L’assessorato si mette allora a cercare gli «imboscati», categoria alla quale appartengono quelli che erano entrati al comune come bidelli ma che nel frattempo sono riusciti a farsi impiegare in altro ruolo, come segretari (per esempio) a disposizione dei gruppi al consiglio comunale.



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